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Publié le 29/09/2014

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RIASSUNTO PER CAPITOLI DEL GATTOPARDO DI GIUSEPPE TOMMASI DI LAMPEDUSA I cap.Presentazione del principe Fabrizio di Salina, alle dipendenze del re Ferdinando delle due Sicilie, monarchia ormai in declino. Era una figura possente e decisa, capo della sua famiglia e della sua terra, con tutti i servitori. Va a Palermo e poi torna. La situazione politica è grave: i fermenti di rivolta sono diffusi, e presto scoppieranno. Anche il suo pupillo scapestrato, Tancredi, vi partecipa: è meglio che tutto cambi affinché tutto resti com'è: per il bene dei Signori attuali è meglio alimentare queste rivolte. Lui pensa, e forse è vero così.: alla fine tutto si risolverà con un cambiamento delle classi al potere. Passa la giornata successiva con la sua più grande passione: l'astronomia. Poi viene a sapere che Garibaldi era sbarcato: altri nobili stavano scappando, ma lui era tranquillo.II cap.Dopo tre giorni di penoso viaggio con il permesso dei garibaldini andò per passare le vacanze a Donnafugata. Fortunatamente tutto sembrava come prima, ma la sua innaturale cordialità fu indice del decadimento del suo prestigio. Fece un giro con l'amministratore e seppe che un uomo stava diventando ricco quanto lui. Seppe intanto che la figlia Concetta pensava che Tancredi si fosse innamorato di lei, ma ancora non aveva detto niente. Poi ci fu la cena offerta dal Principe, ma l'attenzione di tutti fu concentrata sulla figlia di don Calogero (l'uomo che si stava arricchendo), Angelica, dalla bellezza indescrivibile. Si ferma a guardare le stelle, uniche perché senza ...

« perfetti. Inoltre aveva tanti legami con la vecchia monarchia che per decenza non poteva far parte ora della nuova. Propose   Sedara, che aveva ancora quella voglia di cambiamento necessaria ad un senatore. Il giorno dopo lo accompagnò alla   partenza. V cap. Padre Pirrone va a san Cono, paese nativo per i 15 anni dalla morte del padre. Parla con gli amici e ne dice male della   rivoluzione poi con l’erbuario cerca di spiegare la posizione dei Salina ma si dilunga in astrazioni sulla classe dominante. Il   giorno dopo deve risolvere un’altra disputa in famiglia : una sua nipote si era fidanzata ed era in cinta con un cugino, ma tra I   due rami della famiglia per ragioni antiche (di eredit à) non vi era alcun rapporto. Lui riesce a risolvere la situazione e a   portare la pace nella famiglia. VI cap. Uno dei momenti pi ù attesi dall’aristocrazia palermitana erano i balli: l’Italia era unita, e festeggiavano di trovarsi ancora l ì.

  Questa volta il principe aveva insistito che ci fossero i Sedara, per presentare Tancredi ed Angelica. Arrivarono presto, e   furono accolti degnamente. Quando arriv ò Angelica cattur ò l’attenzione di tutti. La festa cominci ò ma il principe si annoiava:   tutto era come sempre, e gli altri non avevano i suoi interessi (astronomia, matematica).  Cominci ò a vagare per i saloni: era   di umore nero.  Si rifugia in una piccola biblioteca, dove, attirato da un quadro, compie una riflessione sulla morte per lui   sempre pi ù vicina. Poi arrivano Tancredi e Angelica, che gli chiede di ballare con lei. Il principe accett ò: ringiovanisce come   quando aveva 20 anni. Poi si va al bauffet, e si siede accanto al generale che aveva ferito Garibaldi nella battaglia di   Aspromonte, e che ora raccontava quella battaglia, e la situazione politica contemporanea. Poi il ballo si affievolisce. Alle sei   tutti vanno via: il principe preferisce andare a piedi per guardare le stelle, e come ogni mattina vede il carro di Venere, e   chiede ad esso di portarli via con s é lontano dalla bruttezza della vita terrena. VII cap. Gi à da tempo aveva capito che la vita stava passando e la morte si avvicinava ma mai come ora.  Era stato a Napoli per un   consulto. Al ritorno lo portarono in un albergo.  Era solo attorniato da Tancredi, Paolo, Angelica, il nipote Fabrizietto, ma in fin   dei conti era contento: la sua vita era come dell’acqua, che pian piano evaporava formando nuvole nel cielo. Chiamarono un   prete. Pens ò che della sua vita aveva all’attivo solo due o tre anni. Lo caricarono. A un certo punto entr ò una bella donna   giovane (la morte), dopo un tale corteggiamento da parte sua, ora lei aveva accettato. Lo scorrere dell’acqua della vita,   ormai con la forza di un oceano, si interruppe per sempre. Aveva capito. Che con lui era finita la stirpe nobile dei Salina. VIII cap. Parecchi anni dopo la villa era diventata ormai propriet à delle tre sorelle Concetta, Caterina, Carolina (che erano le figlie di   Don Fabrizio). Il prestigio di casa Salina era sempre meno evidente; rimanevano solo ottimi rapporti con l’arcivescovado.

  Avevano anche costruito nella villa una cappella e avevano raccolto delle reliquie e un quadro considerato sacro. Ma ora   l’arcivescovo voleva riportare tutto a una sacralit à più pura, e vi avrebbe fatto visita. Concetta aveva un potere maggiore   delle altre, ma aveva voluto rinnegare tutto il suo passato: Bendic ò (il cane) era imbalsamato e tutti i suoi ricordi chiusi in   delle casse. Intanto aveva ottimi rapporti con Angelica (Tancredi era morto), che ora faceva parte del comitati per i 50 anni   da Garibaldi, e l’aveva invitata in tribuna d’onore. L’arcivescovo venne, cordiale ma freddo, fece togliere il quadro e fece   conservare solo cinque reliquie le altre potevano anche essere buttate. Concetta (che una volta avrebbe reagito con   fermezza dei nobili) era fredda, non reagiva, si ritir ò in camera, fece buttare via Bendic ò: non riman è più niente del suo   passato.. »

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