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La traversata dei vecchietti

Publié le 19/04/2011

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La traversata dei vecchietti

La traversata dei vecchietti è una novella, scritta da Stefano Benni, che conta la storia di due vecchietti, Aldo e Alberto, che vogliono attraversare la strada per rendersi in un giardino dall’altra parte della strada. Il problema è che ci sono troppe macchine nella strada, è l’ora di punta. I vecchietti provano ad attraversare in molti modi, ma non riescono. Come ultima risorsa, dirottano una bicicletta, quella di un altro vecchietto, Alfredo, che obbligano a voltare a sinistra per raggiungere il gardino. Ma piombano una Mercedes e arriva un poliziotto che gli dice che sono dei imprudenti perché lo che fanno è pericoloso per delle persone vecchie e malandate. Il poliziotto li fa attraversare e i vecchietti trovano il laghetto del giardino tanto bello che non riattraversano mai più.

In questa storia, ci sono effetti comichi. Per cominciare, il fatto che dei vecchietti volgiano attraversare un ingorgo e le maniere con le quale vanno a provare a farlo.

Prima, Aldo che prova a passare fra le macchine ma che rimane incastrato in un parafango e che si fa posare sotto il cofano dal autista. Questa scena assurda continua con l’autista della macchina sulla quale Aldo è seduto che lo desposa sul tetto di un camioncino. Aldo non sembra essere un uomo ma un oggetto che possono spostare come lo vogliamo e lui non dice niente.

In secondo luogo, Aldo decide di sdraiarsi sotto la strada per che gli autisti si fermano e che Alberto possa attraversare. Quando Aldo si sdraia, si fa urtare da una macchina e da una moto. Non ha niente allora che è vecchio e malandato e questo rende la scena di più irrealistica. Al fine di questa storia, il poliziotto insisterà sulla fragilità dei vecchi e è ciò che rende queste storia molto constrastata. Infatti, questa storia mostra la forte volontà che possa dimostrare le persone anziane e anche i problemi che devano affrontare nella nostra società.

Un altro passo comico è quello del dirottamento della bicicletta. È, in un certo qual modo, una parodia di una scena criminale ben conosciuta: il furto di automobile. I due vecchietti non rientrano in una macchina, ma balazano su una bicicletta. E poi, Aldo minaccia il vecchietto con la bicicletta, che si chiama Alfredo, con una pipa che dovrebbe essere una pistola. Intimide Alfredo dicendogli che se non fa lo che gli chiede, lo “riempio di tabacco”, ciò che rinforza ancora il ridicolo della situazione.

La ultima disavventura dei vecchietti, denuncia il privilegio di alcune persone, perché quando il poliziotto chiede al uomo della Mercedes ciò che è successo, l’uomo risponde dando il suo nome, che sembra essere quello di qualcuno di ricco o di importante. Quello gli permite di partire rapidamente e senza molte spegazioni.

Per concludere, possiamo notare il senso simbolico della fine di questa storia. Infatti, dopo di aver attraversato la strada e di essere arrivati al giardino, i vecchietti non ritornano mai di questo giardino e rimangono lì, contemplando il bel laghetto. Tutto questo può fare pensare al giardino dell’Eden nella Bibbia e dunque possiamo supporre che dopo di aver attraversato la strada, sono arrivati alla fine delle sue vità e che hanno trovato il paradiso. Il giardino ne sarebbe una metafora.

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