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Quasimodo "Uomo del mio tempo"

Publié le 09/05/2013

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QUASIMODO (1901-1968), Uomo del mio tempo 1. Sei ancora quello della pietra e della fionda 2. Uomo del mio tempo. Eri nella carlinga (1), 3. Con le ali maligne, le meridiane (2) di morte, 4. - t'ho visto - dentro il carro di fuoco, alle forche, 5. alle ruote di tortura. T'ho visto : eri tu, 6. con la tua scienza persuasa (3) allo sterminio, 7. senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora, 8. come sempre, come uccisero i padri, come uccisero 9. gli animali che ti videro per la prima volta. 10. E questo sangue odora come nel giorno 11. Quando il fratello disse all'altro fratello (4): 12. "Andiamo ai campi". E quell'eco fredda, tenace, 13. è giunta fino a te, dentro la tua giornata. 14. Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue 15. Salite dalla terra, dimenticate i padri: 16. Le loro tombe affondano nella cenere, 17. Gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore. (1) La carlingue (avion) (2) La meridiana : antique système de mesure du temps. (3) Persuasa : che porta (4) Allusione biblica a Caino e Abele. BIOGRAFIA Figlio di un ferroviere, Salvatore Quasimodo [pron. Quasìmodo] è nato in Sicilia nel 1901. Dopo l'infanzia vissuta nella sua terra natale esercitò diversi mestieri a Roma e Firenze. Contemporaneamente inziò a scrivere, diventando nell'arco di alcuni anni uno dei rappresentanti di punta dell'ermetismo, che è una corrente letteraria che si esprime con concetti ermetici, non limpidi. Nel 1941 venne nominato, per chiara fama, professore di letteratura italiana presso il Conservatorio [di musica] di Milano , incarico che mantenne fino alla fine del 1968 [cioè fino alla morte]. Nel 1959 venne insignito del premio Nobel per la letteratura. Principali raccolte di poesie pubblicate: Oboe sommerso (1932) Ed è subito sera,(1942) Giorno dopo giorno (1946), raccolta nella quale si trova "Uomo del mio tempo." La vita non è un sogno (1949) Il falso e vero verde (1954) Dare e avere (1966). INTRODUZIONE : Dopo l'ultima guerra mondiale Salvatore Quasimodo si distacca dall'ermetismo, e s'impegna in argomenti di valore storico e sociale. In questa poesia, tratta da "Giorno dopo giorno", il poeta si riferisce alla strage della Seconda Guerra Mondiale (1939-1945), denunciando le assurdità e gli orrori di questa ennesima guerra. - Il testo parla della barbarie della Seconda Guerra Mondiale - Dividerei questa poesia in 3 parti. o Prima parte, dal verso 1 al verso 9: l'uomo sempre in guerra; o Seconda parte dal verso 10 al verso 13: i campi di concentramento; o Terza parte dal verso 14 al verso 17: il cammino dell'oblio. COMMENTO : Prima parte: l'uomo sempre in guerra verso 1: Sei ancora quello della pietra e della fionda o Perché Quasimodo parla della pietra e della finoda? Le barbarie della guerra hanno ricondotto l'uomo all'età della pietra ; le armi d'allora erano meschine al confronto, ma l'odio era uguale e insaziabile. verso 2: Uomo del mio tempo. o A chi si rivolge il poeta ? Si rivolge ai suoi contemporanei dopo la terribile Guerra mondiale. L'autore si rivolge al lettore direttamente per lanciare un messaggio, per coinvolgerlo, per farlo riflettere, reagire. In quell'epoca, durante la seconda guerra mondiale, nessuno era perfettamente innocente. Secondo l'autore era un'epoca in cui tutti erano, almeno parzialmente, colpevoli della guerra e delle sue conseguenze. o Quale constatazione fa ? Come percepisce il progresso tecnico ed il progresso morale dell'uomo, dalla preistoria ad oggi ? Il poeta constata...

« - La vita non è un sogno (1949) - Il falso e vero verde (1954) - Dare e avere (1966). INTRODUZIONE : Dopo l’ultima guerra mondiale Salvatore Quas i modo si distacca dall'ermetismo, e s'impegna in argomenti di valore storico e sociale. In questa poesia, tratta da “Giorno dopo giorno”, il poeta si riferisce alla strage della Seconda Guerra Mondiale (1939-1945), denunciando le assurdità e gli orrori di questa ennesima guerra. - Il testo parla della barbarie della Seconda Guerra Mondiale - Dividerei questa poesia in 3 parti. • Prima parte, dal verso 1 al verso 9: l’uomo sempre in guerra; • Seconda parte dal verso 10 al verso 13: i campi di concentramento; • Terza parte dal verso 14 al verso 17: il cammino dell’oblio.

COMMENTO : Prima parte : l’uomo sempre in guerra verso 1 : Sei ancora quello della pietra e della fionda • Perché Quasimodo parla della pietra e della finoda? Le barbarie della guerra hanno ricondotto l'uomo all'età della pietra ; le armi d'allora erano meschine al confronto, ma l'odio era uguale e insaziabile.

verso 2 : Uomo del mio tempo. • A chi si rivolge il poeta ? Si rivolge ai suoi contemporanei dopo la terribile Guerra mondiale.

L'autore si rivolge al lettore direttamente per lanciare un messaggio, per coinvolgerlo, per farlo riflettere, reagire. In quell'epoca, durante la seconda guerra mondiale, nessuno era perfettamente innocente.

Secondo l'autore era un'epoca in cui tutti erano, almeno parzialmente, colpevoli della guerra e delle sue conseguenze.

• Quale constatazione fa ? Come percepisce il progresso tecnico ed il progresso morale dell’uomo, dalla preistoria ad oggi ? Il poeta constata che l'uomo della sua epoca non ha fatto progressi dal punto di vista morale, ma che, invece , si comporta ancora come un uomo della preistoria.

Quasimodo nega che il progresso tecnico sia progresso civile e morale.

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