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La peste, solo una malattia?

Publié le 24/12/2022

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« La peste, solo una malattia? Nel Medioevo la peste fu una delle epidemie più temute nella storia dell'umanità.

Questo corpus tratta questa tematica attraverso quattro tipi di testi della stesa epoca: un brano intitolato “Una sciagurata processione”, tratto dai I Promessi sposi, (primo romanzo storico) scritto da Alessandro Manzoni prima del 1821, un altro brano intitolato ”La peste”, tratto dal Decameron (raccolta di cento novelle) scritto da Giovanni Boccaccio nel 1349, d’una tabella dipinta nel 1417, intitolata Dante e i tre regni di Domenico Michelino, d’un canto dell’Inferno (il terzo) intitolato “Gli ignavi” tratto dalla Divina Commedia , scritto da Dante Alighieri nel 1303.

Lo studio di questi documenti porta a chiedersi se la peste sia stata solo una malattia? Dapprima analizzeremo i sintomi della peste, la mentalità dei cittadini per quanto riguarda le credenze religiose e finiremo sulla visione dantesca della condizione dell’anima dopo la morte. Nel Medioevo, il termine peste stava ad indicare una malattia ed i suoi molteplici sintomi.

Quando un uomo si ammalava di peste, i sintomi rimanevano nascosti, cosi come ci descrive il Boccaccio, (“dei rigonfiamenti all’inguine o sotto le ascelle”) fino ad essere chiaramente visibili quando apparivano su delle parti del corpo che i vestiti non potevano coprire (“il bubbone mortale cominciò a nascere e a crescere in ogni zona del corpo”).

Questi sintomi apparenti significavano per il malato il cammino verso una morte certa (“era indizio infallibile di morte futura)”).

Per meglio capire come la peste si sia propagata a Firenze, Boccaccio nel suo brano "La peste”, la descrive facendo diversi confronti tra i suoi sintomi ed oggetti ed alimenti utilizzati nella vita di tutti giorni. In questo modo il lettore poteva visualizzare e facilmente comprendere la malattia: “come una mela di normale grandezza”, “come un uovo”, “grandi e rade”, “piccole e fitte”.

La peste si diffuse velocemente attraverso i gesti della vita quotidiana e sconvolse i rapporti sociali obbligando la popolazione a non frequentarsi: “i cittadini si evitassero l’un l’altro”.

Con l’epidemia a Firenze i legami sociali si disgregarono e “nessuno si prendesse cura del proprio vicino”.

Anche la famiglia si spaccava: “il fratello abbandonava il fratello, lo zio il nipote, la sorella il fratello, e spesso la moglie il marito”.

L’ordine sociale stabilito non esisteva più, i cittadini avevano paura, angosciavano per tutto. L’individualismo e l’avidità furono messi in risalto in questa situazione particolare; l’epidemia rivelò e rivela anche oggi gli aspetti più scuri della natura umana.

La vita diventa allora un incubo, un inferno.

Alessandro Manzoni ci porta a riflettere che questa malattia fu terrore verso il malato ma anche bisogno collettivo e “sociale” di pregare insieme ed insieme sconfiggerla.

A Milano si diffuse la paura della contaminazione della peste. Manzoni nel brano “una sciagurata processione”, ci racconta come nella speranza di allontanare la malattia, i cittadini, per le vie della città, organizzarono una processione solenne.

In quest’epoca l’uomo pensava che Dio li avesse puniti, quindi con la preghiera si sperava di essere graziati.

La processione riguardava tutte le classi sociali siccome l’epidemia era un flagello, poteva contaminare tutti: “i ricchi”, “dei vicini benestanti”, “infermi sequestrati” e “delle monache”.

I cittadini non cercarono un motivo razionale per spiegare la diffusione dell’epidemia, si affidano alla voce che correva sugli untori.

Si dimostrarono cattivi nei loro confronti, perché cercavano un capro espiatorio.

Con questa processione erano convinti di avere risolto il problema quanto alla diffusione dell’epidemia senza nessuna riflessione ed analisi medica.

La peste e la sua diffusione continuarono a decimare la popolazione in quanto solo la fede non può arrestare una pandemia.

Ma a quell’epoca la fede era fonte di speranza e certezze.

La Chiesa, per attenuare il diffondersi dell’epidemia, incitò a delle lunghe processioni durante le quali i fedeli.... »

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