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Il Dolore e il Lutto in La Rochefoucauld: tra Eroismo e Smascheramento

Publié le 27/11/2025

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« Il Dolore e il Lutto in La Rochefoucauld: tra Eroismo e Smascheramento L'approccio di La Rochefoucauld al tema del dolore e del lutto è profondamente segnato da un dualismo che percorre la sua opera: da un lato la rappresentazione eroica e aristocratica dei suoi testi autobiografici, dall'altro la spietata analisi psicologica e demistificatrice delle Massime. Nei suoi testi a carattere personale – l'Apologie de M.

le Prince de Marcillac (1649), l'autoritratto del 1659 e i Mémoires – La Rochefoucauld costruisce un'immagine di sé come di un uomo che disprezza la morte e sopporta il dolore con stoica fermezza.

Nell'Apologie, il giovane principe di Marcillac dichiara di aver fatto "buon mercato della sua vita" per servire la regina, disprezzando "l'orrore dei supplizi più effroyabili1".

Nell'autoritratto, l'affermazione è ancora più netta: "Je ne crains guère de choses et je ne crains aucunement la mort" ("Non temo quasi niente e non temo affatto la morte2").

I Mémoires sono costellati di episodi bellici in cui il duca narra le proprie ferite e il proprio coraggio con un distacco quasi impersonale, mimando nel racconto quel mépris che sarebbe proprio del grande signore e dell'eroe3.

In questa prospettiva, il dolore fisico e il rischio della morte sono sublimati in un'etica della generosità e della gloria. Tuttavia, questa rappresentazione viene sistematicamente smontata nell'opera per cui è più noto, le Riflessioni o Sentenze e Massime morali.

Qui, La Rochefoucauld applica il suo microscopio psicologico al comportamento umano di fronte al dolore e alla fine, rivelando l'impostura che si cela dietro le pose eroiche. La massima 504, che chiude le edizioni dal 1665 al 1678, è il cardine di questa analisi.

In essa, La Rochefoucauld afferma con forza che nessuno ha mai ragione di disprezzare la morte e che il cosiddetto disprezzo "non è mai sincero".

Persino i suicidi, osserva, si stupiscono e rifiutano la morte quando giunge per una via diversa da quella da loro scelta.

La fermezza degli antichi filosofi stoici non era che il frutto della necessità: "La necessità di morire faceva tutta la costanza dei Filosofi4". Cercando la gloria di una morte ferma, non facevano che tentare di "eternizzare la loro reputazione", in un ultimo, disperato traffico dell'amor proprio. 1 La Rochefoucauld, « Apologie de M.

le Prince de Marcillac », dans Mémoires, édition de Jean Lafond, Paris, Gallimard, « Folio classique », p.

33. 2 La Rochefoucauld, « Portrait de M.

R.

D.

fait par lui-même », Réflexions ou Sentences et Maximes morales et Réflexions diverses, édition établie et présentée par Laurence Plazenet, Paris, Honoré Champion, « Champion Classiques », 2005, pp.

553-554 3 La Rochefoucauld, « Mémoires », dans Maximes, Mémoires, Œuvres diverses, Paris, Le Livre de Poche, « La Pochothèque », 2001, pp.

931-932 4.... »

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